Sulle Apuane nel comune di Cappella (1407)
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Sulle Apuane
nel comune di Cappella (1407)

Un registro del 1407, scritto nel repertorio d’archivio con il nome di “Pietrasanta”, presenta in realtà le poste d’estimo di un piccolo comune medievale della provincia di Lucca: Cappella (Seravezza).
Il paese si trova sul versante delle Alpi Apuane tra Fabiano e Azzano, lungo la via che parte dalla costa e, seguendo il fiume Versilia, sale al monte Altissimo. Una strada quasi parallela si snoda a oriente, con destinazione Castelnuovo Garfagnana e il territorio di Modena e del Nord Italia.
Questi itinerari salgono rapidamente e sono tortuosi, fiancheggiati da boschi e foreste – le silvae degli estimi. Furono tracciati già dall’Antichità anche a servizio di miniere e di cave di marmo che usarono i più celebri scultori. Proprio vicino a Cappella, lo stesso Michelangelo scoprì il materiale perfetto “in quantità fino al giudizio universale”.

L’estimo del 1407 riporta i proprietari privati e gli enti civili e religiosi detentori di terre particolari. Lasciando da parte i singoli possidenti, si ricordano per primi i piccoli centri della zona giunti fino a oggi: Giustagnana, Minazzana, oltre ai citati Fabiano e Azzano, i cui nomi indicano l’antichità degli insediamenti (è il suffisso -anus del fondo agricolo di un romano che si chiamava, per esempio, Iustus o Fabius).
Guaitalino e Bercingo invece sono dei luoghi segnalati ma scomparsi. Etimologicamente interessanti, costituiscono la memoria storica di poderi e di case dei barbari che li fondarono prima del Mille probabilmente assieme alla pieve, intitolata a San Martino, molto venerato nel medioevo e tipico di Lucca.
Non mancano, sempre nell’estimo, le citazioni delle aldie che erano le terre di dominio pubblico, cioè del comune, e delle vicinie, ovvero le condivisioni di beni tra i comuni, regolate e amministrate dalle assemblee vicinali.
Tipici della zona furono inoltre i “Canali” a battezzare i fossati nelle ripe scoscese delle montagne e ricordati come confini delle terre. Tra loro il Canale Grande dovrebbe corrispondere al Rimagno (etimologicamente da rivus magnus).
Si citano poi, oltre alle selve, e a molteplici prati e campi, i saldineti e i vernacchi, caratteristici anch’essi della Lucchesia. Sono termini così rari che il Du Cange non ne riporta esempi. Solo Vincenzo Santini (1807-1876) scrisse sui saldineti: “si dissero in antico le terre non ancora tocche dal vomere”; e sui “vernacchietti: “si dissero quelle località di sterpeti o scopeti ed altri arboscelli, poco colpiti dal sole, e così non molto produttivi”.

Andando a leggere le poste particolari dell’estimo, si trovano i numerosi beni del comune di Cappella. Questi i luoghi elencati (tra parentesi i confini principali):

uno sterpeto alla Serra al Colle (terra di San Martino), un “aldium” a la Salina (via in terra di San Martino), un altro con olivi pro vicinia Fabiani al “Pianello de le Guercie” (terra della chiesa di San Martino), uno sterpeto a Sciago, un bosco pro vicinia di Giustagnana a Somo Panicalle, un bosco al Greppo (via di Giustagnana), uno sterpeto a Cogli, un bosco e vernacchio pro vicinia Basati a la “Rippa da la Capannella in Canalle de Pilla e a Pallareto” (con i confini: primo “Montem Contraioli usque ad arcem ad montem et de inde ad planum in Aiole de inde ad Fontichium e de inde ad viam Venai”).
Seguono nella vicinia Basati un bosco alla Zingora (Maciolla et fiume “Canzolle, Canalle Lavachii”) e terra nella vicinia Azani a Cumineta.

L’estimo del comune riporta anche una vasta tenuta estesa nella parte meridionale dell’Altissimo a confine con Massa e la Garfagnana: “Montem et boschum, et aldium cum monte Ritondo [tra Cappella e Montignoso] e Fulguritum [Folgorito oggi Fravolito] et terminat. et Lepareti usque ad Canalle usque ad Montem dom. Alioncini e ad Canalle d’Arni [Monte d’Arni dipendenza dell’Altissimo]; prima: confinia comunis Antonii Vicarie Masse [Antona nella Valle del Frigido] et comunis Vagli de Supra et de Sottu de Garffagnana in loco dicto in Arni e su dalle Cobie [Le Gobbie] in Aqua Recoli e Castalare et a Colle del Vespaio”.
La tenuta serviva soprattutto per le pasture delle bestie, assicurando così una rendita all’ente.

Il registro riporta anche i beni della chiesa di San Martino: tra questi un mulino (con i confini fiume e aldia del comune), tre case con corte a Minazzana presso la via, un casamento a Giustagnana, un cassero e una casa con corte a Fabiano, e un secondo mulino a Seravezza, forse il più importante, con “due paia di molle” e con un frantoio da olio ad acqua, situato presso una via, e i confini del comune di Pietrasanta e del comune di Cappella.
I nomi di luogo delle altre sue terre, soprattutto silvae, sono:

Culdilata, Savione, Ponte a Novello (aldia comunis), Foresto (idem), Segalari (Canalle), Pianta (Canalle), Artali, Vergareto, Legataie, Rio, “Colli Azani”, Pianello (“terra comunis ab ominibus”), Canalle de Ceraxiola (aldia del comune), Fontana, Fornille, Folcarla (“boschum ad ominibus”), Magliolo o Maglioli, Lanci (terra del comune), Pancola (idem), Colle a Pangora, Fontanella, Serra del Colle, Suvero, Penna Colli, Selvadonica, Santo, Sterpaia (opera di San Martino), Murato, Rovora, Crespa, Tarso, Spina, Caprigliesi, Querceta (terra del comune), Bercingo (idem), Colle, Pietra Lata, Serra, Somo Selva, Ceraxioli, Mataincola, Fontana, Cogli (terra di Santo Stefano), Colle al Santo, Macea, Oliva, Adiboi, Aia vecchia (terra del comune), Monte, Colle Alfeo, Pozzo.

È presente nell’estimo anche l’Opera di San Martino di Cappella che si occupò della manutenzione dell’edificio con le rendite di altre terre e di una propria parte del mulino di Seravezza (v. sopra). I luoghi menzionati sono:

Fontana, Serra dal Colle, Capitagno, Tarso (terra di San Martino), Querceta (aldia del comune), Pergolato, Pietra Lata, Pomaio.

Altri beni della zona appartennero all’antica chiesa (sec. VIII) di San Colombano di Terrinca (un oliveto a Querceta) e all’ospedale di “San Pellegrino de Alpibus” (oggi santuario di San Pellegrino in Alpe).
L’ospedale in realtà era (ed è) situato lontano, sul crinale tra la Garfagnana e Modena presso il confine regionale del passo delle Radici. La sua presenza però in questa parte delle Apuane ne accentua l’importanza che ebbe per i viaggiatori del passato. Non minore riferimento ebbe per i devoti cristiani, come lo fu ad esempio Vincenzo Santini che da Seravezza vi si recò in pellegrinaggio nell’agosto 1824.
L’ospedale al tempo dell’estimo dichiarava due case con masserizie a Minazzana (forse proprio un piccolo ricovero), una casa con corte e vigna a Basati, e selve, campi e vernacchi in luoghi come:

Canale Grande (aldia del comune), Poggio Orzalle (bosco del comune), Greppo (terra del comune), Le Ceppe, Contra (Canalle), Colle Alfeo, La Banca, Le Zalle, Forca, L’Aia di Sotto, Vergareto.

Altro ente religioso proprietario fu la chiesa di Santo Stefano di Vallecchia, la quale ebbe una casa “con muri” a Minazzana, e le solite selve e terre varie a:

Adiboi, Cogli, Rondinaia (terra di San Martino), Oliva (San Martino), Moro, Forca, L’Acqua.

Infine si trovano nell’estimo i beni dei “forenses”, cioè dei forestieri, di mestiere fabbri-carbonai. Erano solo tre:
– “Guifredus Moroni” che aveva una “fabricam ad unum focum unum mallum carbonille unam domum cum tereno e orto per medietatem per indivisum a la Disiata” a confine con il fiume e i beni del comune.
– “Ghirardus Petri de Galeno” (Galleno, Fucecchio) che dichiarava una “fabricam ad unum fochum et unun mallum carbonille et alia feramenta necessaria ad dictam fabricam, avi di carbonaia”, presso la via e il fiume; un mulino con un paio di molle, e una casa con le sue masserizie presso la suddetta fabbrica.
– “Paulus Iohannis de Seraveza”, con un vernacchio a Somo Selva, e un prato al Casale (comune di Cappella).

In fondo agli estimi si trova la firma del notaio compilatore “Dominicus olim Iacomelli de Gazano districtus Regii” (Domenico del fu Giacomello di Gazzano del distretto di Reggio – oggi frazione di Villa Minozzo di Reggio Emilia).



Due esempi dell’estimo di Cappella: i beni del Comune e la firma con il segno del notaio.


Su Cappella:
Quaderni della “Rassegna degli Archivi di Stato, 22, a cura di Giulio Prunai, Roma, 1963: ricordano i documenti del Comune di Cappella e dell’Opera di San Martino contenuti nell’Archivio Storico di Seravezza.
Barbara Allegranti, “Statuti e Ordini del Comune di Cappella dal 1542 al 1766”, edito dal Comune di Seravezza, 2018.
Il pellegrinaggio di Vincenzo Santini a San Pellegrino dell’Alpe nel 1824, v. https://www.versiliahistorica.org/balestrino-post-it.php?id=6


Paola Ircani Menichini, 22 maggio 2020. Tutti i diritti riservati